Rassegna Stampa

La Domenica del Sole 24 Ore

Roberto Bertinetti – La calda estate delle due ragazzine

Il Domenicale del Sole 24 Ore, 27 febbraio 2011

Cinque volte finalista senza mai vincere. Per Beryl Bainbridge, scrittrice inglese di largo successo in patria scomparsa lo scorso anno, il Man Booker Prize rimase sempre un sogno proibito nonostante fosse stata definita «un tesoro nazionale». Poche settimane fa il comitato del premio ha deciso di renderle un omaggio postumo annunciando che avrà un riconoscimento a ottobre, mentre è atteso per giugno The Girl in the Polka-Dot Dress, romanzo finito solo pochi giorni prima della morte. Da noi, intanto, la neonata casa editrice Astoria, consacratasi ai ripescaggi di autrici poco note o dimenticate della letteratura britannica e americana, stampa Lo dice Harriet, un noir composto da Bainbridge negli anni Sessanta e rimasto a lungo in un cassetto per il rifiuto di molti editori di proporre una storia all’epoca ritenuta «sconcia e morbosa». L’ostracismo ebbe origine dal l’età delle protagoniste, due adolescenti a caccia di avventure sentimentali durante una calda estate del dopoguerra. La voce narrante appartiene a una tredicenne goffa e con qualche chilo di troppo che, durante le vacanze dal college in una cittadina di provincia, si lascia convincere da una coetanea bella ma assai perfida a far innamorare un maturo signore depresso a causa di un matrimonio infelice. Dovrebbe essere un gioco per prepararsi alle più impegnative seduzioni della vita adulta e invece la vicenda prende una piega diversa, aprendo la strada a un cupo finale dove assistiamo a un omicidio e ad altri drammi non meno cruenti. Il tema dei bambini (o delle bambine) terribili non è nuovo visto che in anticipo su Bainbridge venne affrontato da maestri come Cocteau, Golding e Capote. Tuttavia Lo dice Harriet introduce alcune varianti rispetto all’abituale canovaccio. In primo luogo il plagio messo in atto dalla femme fatale in erba nei confronti dell’amica. E poi la colpevole cecità di chi dovrebbe essere preposto all’educazione delle fanciulle in vena di peccati da commettere con il sorriso ingannatore sulle labbra. Questo libro è, insomma, un gioiello perfettamente cesellato, tra le opere migliori di una scrittrice vicina a Muriel Spark per la profondità dell’analisi psicologica e la leggerezza dello stile. In Italia, purtroppo, non ha avuto troppa fortuna. Ora, però, è venuto davvero il momento di conoscerla e apprezzarla.

Condividi