Qualunque cosa accada
Ciro Noja
Milano, oggi. In superficie, la famiglia di Pietro è una qualsiasi famiglia dei giorni nostri: Viola, la figlia adolescente che ha vissuto in tenera età il dramma della morte della madre; Chiara, la nuova moglie, che forse potrebbe diventare una seconda mamma per Viola e un fratellino, Andrea, di appena un anno.
Ma quella vita semplice, scandita dai ritmi consolatori della quotidianità, viene improvvisamente lacerata da Viola che, con una lucidità e una ferocia inimmaginabili, uccide i due “intrusi”. Il motivo? Riavere suo padre tutto per sé.
Un gesto assurdamente crudele, che fa crollare il castello di carte della realtà e che mette a confronto un padre per cui, nonostante il dolore e lo sconcerto, è impossibile perdere anche quella figlia e una ragazza che ha nutrito per anni, in silenzio, una disperazione così assoluta da condurla a un gesto estremo. E cala entrambi in un mondo che cerca affannosamente di capire quella tragedia – il commissario, l’avvocato, la psicologa, una suora – per non arrendersi davanti alla fragilità e all’egoismo degli esseri umani, per non accettare il fallimento della normalità, per tenere viva la speranza. Qualunque cosa accada.
Io sono sola, non posso fidarmi di nessuno. Solo di mio padre, potrei. Anche se lui mi ha già tradito con Chiara. Ma a lui mi affiderei ancora, è mio padre. Se lui mi volesse, io mi fiderei. Ancora una volta. Una. Perché, se poi mi tradisse ancora, allora sarebbe tutto finito.