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Set
Silvio Danese – “Le vacanze di una volta – Sorridente nostalgia” Il Giorno, 21 settembre 2017 Dove vanno in vacanza le ragazzine milanesi del Terzo Millennio? Al campo estivo di Amnesty (Africa) con l’amica psicologa dura e pura della mamma (che intanto va in spedizione in Tibet). In motoslitta ...28
Ago
Enrico Franceschini – “La nostalgia di Bignardi e le nostre estati vintage” Repubblica Bologna, 28 agosto 2017 Un odore d’estati romagnole vintage esce dalle pagine di Kerestetìl, primo romanzo di Irena Bignardi dopo tanti libri su cinema e letteratura, per tacere dei tanti articoli sugli stessi argomenti pubblicati per ...08
Ago
Natalia Aspesi – “Educazioni sentimentali nella Milano del boom” Repubblica, 8 agosto 2017 Kerestetìl di Irene Bignardi è una raccolta di dieci racconti con protagoniste bambine. Tra ricordo e poesia Bambine anni ’50, bambine della buona borghesia milanese, bambine con genitori molto belli e molto giovani, un padre pioniere dell’elettronica ...31
Lug
Livia Manera – “Una stagione milanese in agrodolce” Corriere della Sera, 31 luglio 2017 Erano le estati in cui ci si annoiava a morte sotto l’ombrellone, e per attirare l’attenzione ci si lanciava in mare per nuotare fino alla “piattaforma”. Erano le estati in cui le mamme portavano i ...27
Lug
R.C. – “Kerestetil” Gioia, 27 luglio 2017 Ci sono vacanze in cui nascono amicizie con la bella signora vicina di sdraio (che poi diventa l’amante di papà). E quelle in cui il capo clan al mare è la nonna con le sue regole ferree. Questi delicati racconti vacanzieri hanno ... -
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Kerestetíl Irene Bignardi
Cosa resta dei ricordi? Parafrasando ironicamente il titolo della canzone di Charles Trenet – Que reste-t-il de nos amours? – Irene Bignardi ricostruisce attraverso fili sottili un mondo passato fatto di sentimenti sempre attuali.
Di volta in volta sognatrici e realiste, traditrici e tradite, ingenue e meschine, le donne che si muovono nel mondo raccontato dall’autrice fanno parte della borghesia illuminata milanese degli anni cinquanta e sessanta, anni ricchi di sperimentazioni artistiche e personali dagli esiti discontinui.
Un mondo tutto sommato gentile, dove un maturo regista riesce a resistere alle avances di una giovanissima ammiratrice, una moglie cerca di salvare il proprio matrimonio fingendo con i figli un improvviso impegno di lavoro, un artista si trasferisce con la moglie a casa del committente per risparmiare mentre conclude il lavoro.
Con l’intensità e l’ironia tipiche dell’autrice – venate dalla malinconia di chi rivive tratti di vita ormai lontani – Irene Bignardi ci regala un quadro d’epoca, non immobile però, perché i sentimenti di cui parla sono quelli che ancora ci accompagnano durante quel lungo percorso che si chiama diventare adulti.