Chiara Libero

Dopo la laurea in Storia dell’arte contemporanea a Padova ho capito che non sarei mai stata né un’artista né una critica d’arte né una scrittrice. Ma una traduttrice, forse, sì. E per fortuna qualcuno mi ha dato credito. Longanesi, Feltrinelli, Rizzoli, La Tartaruga, Mondadori e, ovviamente, Astoria: grazie a tutti.
Nel frattempo sono diventata giornalista e oggi alterno il lavoro di redazione alle traduzioni, prevalentemente dall’inglese. Il mio metodo: prima versione, piena di dubbi. Poi una prima revisione passo a passo, cercando di risolvere i punti lasciati in sospeso. Infine, dopo almeno una settimana, rilettura “a freddo”. E infine l’ultima rilettura che spesso porta alla luce frasi da rigirare, concetti da chiarire, o semplicemente errori. È un lavoro meraviglioso, quasi un esercizio di meditazione. E sono fortunata a poterlo fare.